Il Duca di Calabria vincitore sui baroni ribelli

“DIE XXVII DEL SOPRADITTO MESE ET ANNO UT SUPRA 1486 INTRAO IN LA CITA DE NAPOLE LO ILLOSTRISSIMO SIGNOR DUCA DE CALABRIA”

Dettaglio del Foglio 97r dalla “Cronaca della Napoli Aragonese, 1498 – 1503” di Melchiorre Ferraiolo.
Pierpont Morgan Library di New York, MS M.801.

***

Sfogliando la cronaca del Ferraiolo mi sono imbattuto in questa immagine che raffigura l’ingresso in Napoli di Alfonso II il 27 Dicembre del 1486.
Mi è saltata subito all’occhio la strana figura dell’uomo (indicato con il nome di Fellusso) che armeggia con quella che sembra essere una scopa davanti al cavallo del Duca…

Ferraiolo Alfonso II


L’immagine messa a disposizione dalla Morgan Library purtroppo è di bassa qualità e il testo del manoscritto risulta scarsamente leggibile.
Però l’immagine e lo strano nome del personaggio, associati alla data ben precisa, mi hanno fatto tornare in mente di aver già letto dell’episodio altrove: ne parla, infatti, anche Joampiero Leostello nelle “Effemeridi delle cose fatte per il Duca di Calabria (1484-1491)“, ripubblicato a cura del Principe Gaetano Filangieri nel 1883, quando racconta del ritorno di Alfonso II dalla campagna contro i baroni ribelli:

Die xxvij. Decembris.
Lo prefato I. S. (“Illustrissimo Signore”) orto iam sole fu a cauallo cum vno grande ordine suo et venne verso napoli. Molti Signori et jentili bomini lo andoro a scontrare benche sua I. S. volse intrare in napoli senza alcuna pompa. Et cosi entro ad hore xviij. et tucte le strade fenestre astrichi et abotheghe erano piene de homini donne pizoli et grandi: tanta gran multudine che erano cosa miranda et incredibile. Veniano innanzi a sua I. S. tucti li baroni et signori ribelli et ce era vno Negro chiamato Malfusso che andana innanzi a li baroni a pede con vna scopa scopando tucta la via per burla. Ita ferebatur : et certo fu pigliato tale acto per malo augurio per li dicti Signori.

Ecco che d’incanto abbiamo un meraviglioso riscontro visivo della scena descritta dal cronista del Duca!
L’uomo davanti al cavallo di Alfonso è indubbiamente il “Malfusso” di Leostello: la differenza nel nome potrebbe dimostrare che il Ferraiolo non ha semplicemente copiato la notizia dalle Cronaca di Leostello, il quale – essendo al seguito di Alfonso – scrive quasi sempre per conoscenza diretta dei fatti. In ogni caso, è da notare che il termine malfusso ha il significato di “ingannatore”, “traditore”, “canaglia”, “ribaldo”, mentre fellusso in napoletano sta ad indicare una monetina di poco valore (stessa etimologia di follaro, dal latino follis): pur ritenendo più appropriato il primo termine come nomignolo per il suddetto personaggio, è ben comprensibile come si sia potuta ingenerare confusione con il secondo, probabilmente adoperato per soprannomi ad hoc nell’accezione di “persona di poco conto”.
Comunque sia, essendo differente la fonte del Ferraiolo, non ci sarebbero più dubbi circa la veridicità dell’episodio, il quale – d’altra parte – è citato in maniera analoga anche nella “Cronica di Napoli” del Notar Giacomo dove si legge che Alfonso entrò in città “con grande triumpho, et portò per impresa alle barde del cavallo che cavalcava certe taglie […], et portava quactro muzi davanti de ipso con certe scope, quali li scopavano dinanzi, dove li baroni de ciò stavano mali contenti“.

Malfusso o Fellusso, dunque, è un servo di colore che di sua iniziativa o più probabilmente per ordine di qualcuno (dalle fonti non è dato sapere, ma si sa che i nostri sovrani erano molto attenti a certe “coreografie”) finge di ripulire la strada davanti ai nobili che si sono da poco arresi al Duca e che con quest’ultimo tornano in città per ottenere il perdono da Ferrante.
Tale gesto, che normalmente indicherebbe un atto di cortesia verso persone di riguardo, viene compiuto in quella circostanza e da una persona di rango così basso (una sorta di Pulcinella ante litteram!) esplicitamente come una “burla” al danno dei dicti Signori.
Non sorprende pertanto che i baroni – avendo “capito l’antifona” – rimanessero mali contenti e prendessero il gesto per malo augurio: e infatti da lì a pochi mesi, come ci racconta qualche pagina più avanti lo stesso Leostello…

a li xi (di Maggio 1487) fu tagliato la testa al Conte de Sarno et al Secretario del S. Re in mane a x hore o circa intro lo castello novo: fu facto lo tauolato in lo largo de la ciptadella vbi fuit magnus gentium concursus et fuit magnum expectaculum. Et eo die fureno facto loro le exequie et portati lo Secretario a sancto Domenico : lo Conte a sancto Angustino. Requiescant.

Il Segretario in questione è Antonello Petrucci,  la cui mummia è ancor oggi conservata in S.Domenico Maggiore, e la sua storia è riassunta in questo articolo.
Il Conte di Sarno era Francesco Coppola, capitano di Castellamare e d’Ischia, funzionario della dogana di Napoli, maestro portolano generale e grande ammiraglio del regno: tutti titoli ricevuti da Re Ferrante, il quale non gli perdonò l’accordo stipulato con i ribelli. Le sue spoglie furono trasferite nella chiesa di Sant’Agostino alla Zecca, la principale chiesa del seggio di Portanova a cui era iscritta la famiglia del Conte (e probabilmente sono ancora lì! Purtroppo altre fonti non ne ho trovate ed essendo la chiesa chiusa da anni al momento non è possibile fare questa verifica in loco…).
Da notare che entrambi furono catturati in Castelnuovo, insieme ai figli, durante il banchetto offerto proprio dal Re in occasione del matrimonio del figlio di Coppola nel mese di Agosto del 1486!

L’unica cosa che stride in questa immagine, rispetto alla ricostruzione, è l’assenza dei baroni (citati nel testo del Ferraiolo) e il fatto che il servo si trovi davanti ad Alfonso: è probabile che chi ha istruito il miniatore sull’immagine da realizzare (oltre 10 anni dopo l’avvenimento) avesse avuto a sua volta informazioni  poco chiare su cosa fosse realmente accaduto a differenza di Leostello, che – come detto – era costantemente al seguito del Duca.
Quello che conta, però, è che unendo testo e immagine si riesce ad ottenere una vivida rappresentazione di un episodio di cronaca accaduto 530 anni fa!

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